Desiderio, Inganno e Fortuna

Bibliothèque de l’Arsenal, Paris
Illustration from a French edition of The Decameron, fifteenth century

Desiderio, inganno e fortuna sono tre temi ricorrenti nel Decameron di Giovanni Boccaccio. Questi tre temi diventano sempre più evidenti quando compaiono in storie improbabili sui monaci in I-4. L’articolo di Marga Cottino-Jones, Desire and the Fantastic in the Decameron: The Third Day, pubblicato nel 1993 dall’American Association of Teachers of Italian, spiega che Boccaccio intende sfidare il modo moralmente imposto in cui vengono viste determinate figure della società. Come bussole morali, ci si aspetta che i monaci diano l’esempio di purezza; proprio per questo Boccaccio li usa come soggetti perfetti per mostrare che le persone soccomberanno alla loro natura umana quando i loro desideri saranno spinti a limiti straordinari.
Il primo giorno di narrazione, Dioneo intrattiene il gruppo con la quarta storia di un monaco e un abate che vivevano in un monastero appartato. Qui Boccaccio allude ai dettagli specifici della posizione del monastero, creando una cornice per rendere possibile un evento improbabile. Un giorno un monaco, giovane e virile, nota una giovane ragazza che raccoglieva delle erbe nei loro campi, ed è subito colpito da una passione sensuale e desiderio carnale per la ragazza. Qui si può apprezzare come i suoi impulsi curiosi e naturali confrontano la castità del monaco. Dopo un po’ di conversazione, rendendosi conto che la ragazza era ben disposta alle sue avances, il monaco la porta di nascosto nella sua camera mentre gli altri dormivano. Ad un certo punto un abate si sveglia e si rende conto di ciò che sta succedendo all’interno della camera del giovane monaco. Allo stesso tempo, Il monaco è consapevole che l’abate lo aveva scoperto e lascia la ragazza nella sua stanza con la scusa che deve finire il suo lavoro e la rinchiude nella sua stanza per non essere scoperti. Poi dà la chiave all’abate che li aveva trovati. Quando l’abate entra nella stanza del monaco e vede la giovane, anche lui è tentato dalla giovane. Dopo aver preparato la sua trappola, il giovane monaco attende che l’abate cada vittima dei suoi desideri carnali. Una volta che l’abate esce dalla stanza del monaco, il monaco decide di tornare. A quel punto torna, l’abate lo affronta su ciò che ha trovato nella sua stanza. Il monaco risponde che è nel monastero da poco tempo e che non ha ancora appreso tutti gli insegnamenti. Tuttavia, ora che ha visto esattamente come l’abate gestisce una situazione del genere, sa come agirci se dovesse accadere di nuovo. Rendendosi conto che il monaco era consapevole della sua perversità con la donna, l’abate ritiene inopportuno castigare il monaco per lo stesso errore che lui stesso ha commesso. Lo perdona, e insieme scortano la giovane donna fuori dal monastero ma continuerà a visitarli. Alla fine della storia, la fortuna premia le malefatte del monaco e del suo complice (l’abate) permettendoli di continuare con i suoi impulsi naturali.

Desire and the Fantastic in the Decameron: The Third Day

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